venerdì 10 luglio 2009

Dai Rothschild ai Freshfields così i banchieri della City facevano soldi con gli schiavi


di Enrico Franceschini

A causa della recessione, un banchiere perde il suo ben pagato lavoro alla JP Morgan, uno dei templi della City, e ne approfitta per tornare alla sua passione giovanile: si rimette a studiare iscrivendosi a un dottorato di ricerca all'University College of London. Passa lunghi pomeriggi ai National Archives. Un giorno, per caso, apre una cassa di documenti marcati solo da una sigla priva di significato: T71. Dentro ci sono centinai di fogli di carta color seppia , fragili e quasi resi trasparenti dal tempo. Il ricercatore si accorge quasi subito che risalgono a 170 anni prima e capisce di essere probabilmente il primo a leggerli da quando furono archiviati. Gli ci vuole un po' più di tempo per capire di avere fatto quello che, in gergo giornalistico,si chiamerebbe uno scoop: quelle carte contengono la prova che una delle più grandi dinastie di banchieri della storia, i Rothschild, trassero segregamente cospicui vantaggi dallo schiavismo, sebbene in pubblico fossero stati fra i primi a denunciarlo e a battersi per la sua abolizione. La scoperta è finita tra le pagine del Financial Times, che ha messo immediatamente i documenti ritrovati da Nick Draper, questo il nome dell'ex-banchiere, sul proprio sito (www.ft.com/slavery). Altri grossi nomi del mondo finanziario britannico appaiono nel dossier ritrovato, tra cui quello dei Freshfields,uno dei più antichi studi legali della City. Ma la previsione dell'autorevole giornale è che, dentro quelle casse siano celate ulteriori rivelazioni in grado di scuotere la cittadella della Finanza.

Il documento che ha attirato per primo l'attenzione di Draper è una lettera scritta da Nathan Mayer Rothschild a suo fratello, il barone James de Rothschild , per richiedere allo Stato una compensazione di 3 mila sterline. La lettera descrive un accordo tra i due fratelli: le 3 mila sterline dovute a un certo Lord James O'Bryen dagli acquirenti della sua proprietà nell'isola caraibica di Antigua sarebbero state garamtite da un'ipoteca sugli 88 schiavi che vivevano in quella proprietà . Se il debitore fosse fallito, in sostanza, gli schiavi sarebbero stati ceduti al posto del debito. E poiche il debitore fece bancarotta, i Rothschild usarono l'accordo per ottenere dallo Stato, dopo l'abolizione dello schiavismo nel Regno Unito, le 3 mila sterline pattuite.

L'episodio non appare negli archivi della famiglia Rothschil, nènella biografia scritta dello storico Nial Ferguson. L'unico legame finora conosciuto tra i Rothschild e lo schiavismo era il ruolo avuto da i banchieri per abolirlo. E in effetti, commentando la scoperta, un portavoce della famiglia ricorda che Nathan Rothschild "era un ben noto attivista per l'uguaglianza e le libertà civili" e le sue nuove accuse " appaiono inconsistenti e non rappresentano la sua etica". Ma il Financial times giudica la scoperta rilevante, perchè fa luce su legali pratiche dell'epoca,adottate non solo dai Rothschild ma da altre banche e uffici legali, per usare gli schiavi nelle colonie dell'Impero britannico come forma di ipoteca su prestiti e debiti, ipoteca che in certi casi veniva riscossa in cambio di contanti, sfruttando il piano di compensazioni offerto dal governo dopo l'abolizione dello schiavismo. Del resto, negli ultimi anni, numerose banche americane, dalla JP Morgan alla Lehman Brothers, e perfino università come Yale e Brown, hanno riconosciuto i propri legami con lo schiavismo, e fatto ammenda per gli errori del passato.

Tratto da "Repubblica" del 28-06-2009 pag 17

lunedì 1 giugno 2009

Ancora Lui!



E' difficile pensare ad un uomo che ha vissuto così tante spericolate avventure. Certo, sarebbe più ideale immaginarselo con l'aspetto fisico di un John Rambo, o di un Terminator venuto da chissà quale epoca futura per salvarci tutti quanti da una qualche fantascientifica minaccia; e chissà, forse è proprio questo il suo obbiettivo.....scusate,sto divagando un po', ma è incredibile come Brzezinski sia sempre presente. Ci vogliono grandi motivazioni per dirigere buona parte della politica estera americana all'età di 80 anni. Starà organizzando la fase finale del nuovo ordine mondiale?



Basta considerare ciò che hanno fatto lui e i suoi figli (eh già, ora ci si mettono pure i figli...) da una decina d'anni ad ora! Sono 4 in tutto, come i cavalieri dell'apocalisse: 1) il figlio Mark già direttore degli Affari russi ed eurasiatici al Consiglio della Sicurezza Nazionale sotto il Presidente Bill Clinton ed uno dei principali promotori della rivoluzione arancione del 2004 in Ucraina (avrà preso il vizietto dal padre?); 2) Ian, il più piccino dei maschietti, lavora presso la Nato, sostenitore dell'entrata di Ucraina e Georgia nella Nato, e dei missili ICBM in Polonia (eh! la cara madre patria di papà); 3) Mika, commentatrice politica alla MSNBC, un valido supporto mediatico del padre; 4) Matthew, anche lui fervido supporter di tutte le rivoluzioni colorite e fiorite dei paesi dell'est.
Eh! Che dire! E' sempre bello vedere padre e figli che fanno insieme delle attività ricreative!

Da tutto ciò, si nota come ancora sia fervidamente attivo il nostro beneamato Zbig nella creazione di un nuovo ordine mondiale.

Ma....non so...c'è qualcosa che mi sfugge. Da tempo, ormai, noi utenti di Internet siamo abituati a leggere informazioni riguardo politici, imprenditori, banchieri, tutto ciò, ovviamente, spogliato di quel velo di fatalità e di ingenua, infantile meraviglia che ricopre le notizie dei telegiornali. Spero di parlare solo per me, ma quando inizio a studiare certi personaggi, poi vorrei entrare nella loro intimità, vorrei capire il loro pensiero, vorrei sentirli più vicini a me. Vorrei vederli come dei semplici esseri umani.

Beh! Dapprima ho iniziato a fantasticare su quali potessero essere i valori morali di un uomo come Brzezinski, su quali cardini spirituali avesse sviluppato la sua esistenza. E così cercando e ricercando ho scoperto che Brzezinski è in realtà un comunista COSì!
Può sembrare strano ma non lo è! Anche se nella storia Zbig verrà ricordato per aver messo in seria difficoltà i sovietici (chi ha creato la guerra d'Afghanistan, secondo voi? ), in realtà è un fervido sostenitore delle idee marxiste, ed per questo che ha sempre desiderato distruggere quella nazione che ha sporcato il nome della sua amata ideologia!

Infatti nel 1970, Zbigniew Brzezinski scrisse un libro intitolato “Between Two Ages: America’s Role in the Technetronic Era “ con una tenera dedica ai suoi figli, in cui spiega a partire dalla pagina 72 “perché il Marxismo rappresenta un fondamentale e creativa fase nella maturazione nella visione universale dell'Uomo.. . . . Il Marxismo è la vittoria della ragione sulla fede....è la ricompensa a una sistematica e rigorosa disamina della realtà tangibile ed esorta ad un comportamento migliore”.(1) Inoltre “Il Marxismo rappresenta un progresso nell'abilità dell eseere umano di concettualizzare il suo rapporto con il mondo circostante. . . . è un ideologia portatrice di un messaggio etico essenziale che deriva da un metodo d'indagine assolutamente razionale”.

Capito? Eppure non è affatto una cosa strana. Basti pensare che Zbigniew è sempre stato il braccio destro di “Re David” Rockefeller con il quale fondò nel 1973 la Commissione Trilaterale, un gruppo che ha come scopo quello di creare un governo mondiale a discapito delle nazioni sovrane. Si notano le analogie con il “Comunismo in tutto il Mondo”? Ipotesi che è stata confermata anche dallo stesso Rockefeller:


"For more than a century, ideological extremists at either end of the political spectrum have seized upon well-publicized incidents to attack the Rockefeller family for the inordinate influence they claim we wield over American political and economic institutions. Some even believe we are part of a secret cabal working against the best interests of the United States, characterizing my family and me as “internationalists” and of conspiring with others around the world to build a more integrated global political and economic structure – one world, if you will. If that’s the charge, I stand guilty, and I am proud of it."



Sarà questa la motivazione che mantiene ancora in attività un vecchietto come Zbig? La speranza di vedere realizzato il sogno di ogni proletario, il paradiso in terra, la morte di quel che rimane del capitalismo ad opera degli unici, veri, rimasti comunisti ovvero i gestori del credito. E' quasi paradossale, il libero mercato distrutto dalla sua linfa. Dal denaro.

Così si capisce anche perchè la prole di Zbig abbia piu o meno seguito le orme del padre. Possibile che nessuno di loro abbia desiderato diventare uno scienziato, un musicista, un'astronauta? Il loro scopo è così delineato, così studiato, cosi desiderato? Difficile immaginarlo, forse non conosciamo così tanto né del sistema in cui viviamo, né di chi lo vuole modellare a sua immagine e somiglianza. Forse, non sappiamo niente.

sabato 11 aprile 2009

L’occulta Connection Rothschild – Israele



La casata dei Rothschild iniziò il suo investimento multi-miliardario nello stato sionista di Israele nel 1882, allo scopo di preservare il controllo sul canale di Suez e i futuri diritti sull’acqua. Il Barone Edmund, dei Rothschild del ramo di Parigi, progettò di costruire in Palestina un canale da Ashkelon sul Mediterraneo ad Aqaba, presso il golfo omonimo.

Per questa via Edmond de Rothschild finanziò due degli originari insediamenti di Israele, Rishon leZion a Tel Aviv e Zikhron Ya’akov a Carmel. Al 1934, anno della morte del barone, 125.000 acri di terra e più di 40 insediamenti erano stati conquistati sotto gli auspici del Palestine Jewish Colonization Association (PICA) sponsorizzato dai Rothschild. Il barone Edmond divenne noto con l’appellativo di “Padre degli Yishuv” in virtù del suo coinvolgimento negli insediamenti della prima ora.

Nel 1966 James, il figlio di Edmund e sua moglie Dorothy, che finanziarono molti altri insediamenti, fondarono la Yav Hanadiv Foundation, dedicata alla costruzione degli edifici della Knesset e della Corte Suprema israeliana. La Suprema Corte di Israele fu inaugurata nel 1992.

SIMBOLI OCCULTI DELLA SUPREMA CORTE DI ISRAELE

La Suprema Corte sorge su un appezzamento di terre di fronte alla Knesset e accanto alla Banca Centrale di Israele dei Rothschild. E’ disposta lungo le Linee Ley, che uniscono l’edificio al centro di Gerusalemme e al Rockefeller State Museum. I Rockefeller furono tra i primi sostenitori finanziari dello stato sionista di Israele, in nome della loro alleanza finanziaria e politica coi Rothschild ed i loro comuni obiettivi politici.

All’ingresso dell’edificio della Suprema Corte di Israele si trova una grande fotografia dei “padri fondatori” della corte. Essa include il IV barone Jacob Rothschild, che all’epoca era il presidente della Fondazione Yad Hanadiv dei suoi genitori.

Fuori dalla Sala del Presidente si trova mostrata la lettera che la signora Dorothy de Rothschild scrisse al primo ministro Shimon Peres, la quale esprimeva la sua intenzione di donare un nuovoedificio alla Suprema Corte. Seguendo l’ispirazione del marito, membro degli Illuminati, i progettisti furono istruiti affinché incorporassero vari simboli degli Illuminati.

L’occhio che tutto vede: questo simbolo occulto è collocato all’esterno, nella parte sinistra dell’edificio. La sua valenza simbolica risale al libro della Genesi, laddove il serpente promise ad Adamo ed Eva che i loro “occhi si sarebbero aperti”, se avessero mangiato del frutto della conoscenza del bene e del male. La traduzione ebrea del termine “occhi” è al singolare. La piramide sulla cima della quale è situato l’occhio rappresenta il comando gerarchico dei Rothschild di dominio mondiale.

La croce cristiana calpestata: sul lato sinistro di fronte all’edificio si trovano dei gradini che conducono giù ad un’immagine adattata del crocefisso, disegnato in modo tale da essere calpestato sotto i piedi.

L’obelisco egiziano: una parte dell’architettura esterna include un giardino con un obelisco egiziano occulto. Nella cultura degli Illuminati, esso è il simbolo delle origini egizio-israeliane degli Ebrei, ma anche dell’evocazione dei Rothschild di collegarlo  agli obelischi di New York e Londra, nell’unione del governo mondiale. 

Squadra e compasso massonici con la “g” al centro: al di là dell’aula di tribunale principale ci sono delle scale che conducono al simbolo occulto massonico del compasso e della squadra, con una G in mezzo. La G proviene dal vocabolo greco gnosis, conoscenza, che è l’epicentro della cultura degli Illuminati.

I ROTHSCHILD E LA RISCOSTRUZIONE DEL TEMPIO

I Rothschild sono i principali sponsor finanziari degli scavi archeologici in Israele. Lo scavo Masada era conosciuto dagli Israeliani come lo “Scavo Edmund de Rothschild Masada” , sotto gli auspici del Fondo di Esplorazione della Palestina dei Rothschild. Il PEF (Palestine Exploration Fund) fondò la Società di Archeologia Biblica, la quale pubblica la Rivista di Archeologia Biblica, proponendola come massima autorità sul Tempio di Salomone.
Nel dicembre del 1995, un mese dopo l’assassinio di Rabin, la Loggia Massonica di Gerusalemme si stabilì adiacente al Tempio del Monte, nella sotterranea grotta di Salomone. La loggia fu fondata da Giuliano Di Bernardo, Gran Maestro degli Illuminati italiani il quale, durante la cerimonia inaugurale, dichiarò: “La ricostruzione del Tempio è al centro dei nostri studi”.

La Chiesa Cristiana ortodossa insegna che il Tempio ricostruito sarà la dimora dell’Anti-Cristo, che sarà un ebreo. Questo è in accordo con le profezie del santo profeta Daniele, il quale disse che l’Anti-Cristo “non rispetterà il Dio dei suoi padri” (Daniele, 11).

By Brother Nathanael Kapner

mercoledì 1 aprile 2009

Dov’e’ Eliot Spitzer ora che abbiamo bisogno di lui? (parte II)





Ecco una parte di quell’editoriale scritto da Spitzer:

“Non solo l’amministrazione Bush non ha fatto alcunché per proteggere i consumatori, essa si è anche imbarcata in una campagna dall’aggressività senza paragoni contro quegli Stati che tentavano di proteggere i loro cittadini da quelle gravi problematiche nei confronti delle quali il governo federale stava chiudendo un occhio…

Nel 2003, all’apice del fenomeno del prestito predatorio, l’Ufficio per il Controllo della Valuta (Office of the Comptroller of the Currency) invocò una clausola del National Bank Act del 1863 per formulare parere formale volto ad arrogarsi la facoltà di giudicare in merito alle leggi statali contro il finanziamento rapace, in modo da renderle inefficaci. Tale Ufficio promulgò anche nuove normative allo scopo di impedire ai singoli Stati di rafforzare la protezione dei cittadini nei confronti delle banche nazionali. Le iniziative del governo federale furono così straordinarie e inusuali che tutti e 50 i procuratori di stato, e tutti e 50 i sovrintendenti di stato, combatterono con decisione le nuove normative.

Ma l’opposizione unanime dei 50 Stati non fermò, né rallentò, l’amministrazione Bush nel suo intento di proteggere le banche. Infatti, quando il mio ufficio aprì un’inchiesta su possibili episodi di discriminazione da parte di un certo numero di banche, l’OCC aprì un processo federale per bloccare l’inchiesta.

Nel corso di tutte le nostre battaglie contro l’OCC e le banche, il mantra ripetuto da queste ultime e dei loro difensori era che ostacolare quei finanziamenti avrebbe negato l’accesso al credito proprio a quei cittadini che gli Stati cercavano di proteggere. Gli ostacoli che cercavamo di porre… avrebbero avuto l’effetto di fermare il flagello delle pratiche di finanziamento rapace, che ha portato migliaia e migliaia di cittadini a perdere la loro abitazione e a rendere così precaria la nostra situazione economica.

Quando la storia racconterà la crisi dei mutui subprime coi suoi devastanti effetti sulla vita di così tanti proprietari innocenti, l’amministrazione Bush non sarà giudicata favorevolmente. Il racconto non è a tutt’oggi completo, ma quando tutta la polvere si sarà posata, essa sarà ritenuta complice volenterosa degli speculatori che non si sono risparmiati niente nella loro rincorsa al profitto. Talmente volenterosa da usare il potere federale per un assalto senza precedenti alla legislatura degli Stati, e contro i procuratori e chiunque si schierasse dalla parte dei cittadini”. (Eliot Spitzer, “Predator Lenders’ Partner in Crime”, Washington Post).

Se le accuse sono vere, allora l’amministrazione Bush era direttamente e dolosamente coinvolta nell’imbrogliare migliaia, se non milioni, di mutuatari in buona fede attraverso i mutui fraudolenti.

Spitzer ha fornito i suoi nemici di tutte le munizioni necessarie per metterlo definitivamente fuori gioco, e loro hanno saputo approfittarne. Ma nessuno si aspettava che rispuntasse fuori un anno dopo.

Domenica scorsa, Spitzer è stato intervistato da Fareed Zakaria nel corso del suo programma Global Public Square. L’ex Governatore ha mostrato sui particolari della situazione finanziaria una competenza maggiore di quella di ciascuno dei 535 membri del Congresso. Spitzer capisce il problema e sa cosa serve per porvi rimedio. Ecco una breve parte dell’intervista:

Fareed Zakaria: Cosa le ha fatto guardare all’AIG e pensare che c’era qualcosa che non andava?

Eliot Spitzer: Ad essere sbagliato era il loro sostanziale profilo strutturale, e quando li abbiamo perseguiti abbiamo costruito il processo sul dato che essi avevano appositamente confezionato contratti di riassicurazione creati ad arte per far apparire sui libri contabili un capitale che non c’era, e si trattava di un sistema programmato ed orchestrato proprio dai piani alti della società.

F. Zakaria: Dunque falsavano i conti in modo da far sembrare il loro bilancio più sano di quanto non fosse in realtà?

E. Spitzer: Precisamente. E’ corretto. Lo sforzo sottostante era quello di creare l’illusione di una forza finanziaria che non c’era. E più eravamo intenti a scavare nelle profondità del sistema e dell’organizzazione su cui si reggeva la società, più capivamo che c’era un problema. Vennero condannate 4 persone, ed il precedente amministratore delegato venne dichiarato dal pubblico ministero parte della cospirazione criminale, pur senza decidere di accusarlo esplicitamente sulla base di quanto da lui detto fuori del tribunale (procedura eccezionale dell’unindicted co-conspirator, ndt). In conclusione, eravamo di fronte ad un tentativo di alterare i fatti e raggirare il pubblico”.

F. Zakaria: Perciò lei ritiene che le difficoltà che l’AIG ha incontrato successivamente siano sorte da alcune delle pratiche che lei aveva individuato?

E. Spitzer: Sono sorte dal determinato intento di generare profitti sempre e in qualunque modo possibile, spingendosi al limite in un modo da raggranellare ricavi praticamente senza considerazione dei rischi. Allora, dissi alle persone che l’AIG erano al centro della trama. I tentacoli finanziari di questa società raggiungono tutte le maggiori banche di investimento. L’intrigo tra AIG e Goldam Sachs è qualcosa che andrebbe indagato. E, come ho scritto…

Fermiamoci a considerare quello che Spitzer sta dicendo; che l’AIG, gigante dalla caduta fragorosa, è il centro pulsante della gigantesca frode dei derivati, che ha preso trilioni di dollari di polizze di assicurazione (Credit Default Swaps) sottocapitalizzate e le ha vendute come assicurazioni ad una miriade di altre istituzioni finanziarie, aiutandole a mantenere artificialmente alte la valutazione di obbligazioni complesse il cui reale valore era sempre stato dubbio, dal momento che l’attivo soggiacente dipendeva da mutuatari che non potevano permettersi un mutuo e destinati ad un probabile fallimento o pignoramento. Questi CDS rappresentano la rivendicazione cartacea di ricchezza fittizia che ha gonfiato enormemente la più grande bolla speculativa mondiale. Questo flusso di derivati non regolato è il tessuto capace di tenere insieme l’agonizzante sistema bancario che sia Geithner che Bernanke sono stati chiamati a preservare. Spitzer sa come funziona questo sistema e cosa serve per porlo sotto controllo. Già questo soltanto lo metterebbe in cima alla lista dei candidati per la direzione della SEC.

Se Obama era serio, quando diceva di voler difendere i piccoli e di restituire fiducia ai mercati, allora alla guida della SEC deve tornare un vero bulldog. Ma dal momento che il vero obiettivo sembra quello di voler mantenere in piedi a tutti i costi il medesimo sistema di potere, l’assetto resterà quello attuale. Uno dei segnali inconfondibili del declino di un impero è l’incapacità di decidere cambiamenti drastici nel momento in cui il futuro del Paese dipende da essi.

CounterPunch
(fine)

martedì 31 marzo 2009

Dov’e’ Eliot Spitzer ora che abbiamo bisogno di lui? (parte I)




“Bulldog” cercasi

L’ex Governatore di New York avrebbe potuto avere qualche momento difficile durante la seduta di approvazione al Senato, ma se Obama avesse davvero voluto ripulire Wall Street – e lui non lo vuole affatto – avrebbe sostituito Mary Shapiro, attualmente a guida della SEC (Security and Exchange Commission, organo di vigilanza della Borsa americana, ndt) con Eliot Spitzer. Schapiro è un altro parassita di Wall Street che crede che i mercati possano regolarsi da soli. In qualità di capo della FINRA (Financial Industry Regulatory Authority), è rimasta a guardare mentre il credito speculativo dei giganti della finanza raggiungeva livelli insostenibili, e spargeva il contagio dei derivati tossici in qualunque parte del sistema.

Schapiro si è fatta sfuggire anche lo scandalo Madoff, la truffa delle auction-rate bond (obbligazioni a lungo termine con tasso variabile determinato da un’asta mensile, ndt), l’esplosione di Lehman Brothers, la crisi dei mutui. Ogni volta è stata colta impreparata. La sua tremenda performance in veste di controllore del settore privato mostra che è la persona sbagliata in questo ruolo. Persino il destrorso Wall Street Journal ha dato una bella strigliata a Shapiro. In un articolo intitolato “La scelta di Obama alla guida della SEC ha fama di essere un Controllore dal tocco leggero”, il giornale lascia trapelare questo aneddoto rivelatorio:

“Durante una riunione del Financial Service Institute, un gruppo dell’industria commerciale, la signora Shapiro ha arringato i presenti illustrando gli sforzi compiuti dalla FINRA per combattere le frodi ai danni dei cittadini più anziani. Frank Congemi, un consulente finanziario, ha domandato cosa stesse facendo la FINRA per vigilare su prodotti finanziari complessi come i pacchetti delle obbligazioni sui mutui. Congemi racconta che Shapiro ha risposto ‘Abbiamo le rating agencies che le valutano’. Le agenzia di valutazione del credito, ormai, venivano pesantemente criticate per aver assegnato la tripla A alle obbligazioni sui mutui divenute invendibili in seguito all’impennata dei pignoramenti.

Congemi dice che, durante la riunione del 7 maggio, ha insistito: ‘Cosa ne sarà dei mercati e della fiducia delle persone quando queste non varranno più niente?’ Shapiro ha replicato che non poteva rispondere ai se”.

Questo prova l’attitudine immobilista di Shapiro meglio di qualsiasi altra cosa. E’ destinata a seguire le orme del suo inetto predecessore, Christopher Cox, che infilò la testa nella sabbia mentre le cinque più grandi banche di investimenti prestavano sino a 30 volte la loro disponibilità facendo crollare a terra l’intero castello di carte mondiale. Senza dubbio Shapiro silurerà ogni tentativo di sorveglianza dei mercati o incriminare qualcuno dei padrini di Wall Street.

E cosa sta facendo la SEC adesso? Dove sono i regolatori e quali misure sono state adottate per ripulire Wall Street?

Niente. Obama non ha cambiato una virgola. Il Tesoro è pieno di fedeli alleati delle banche e la SEC è stracolma di servi del brokeraggio. L’unica differenza è che il timbro è passato dalle mani dal ridicolo Cox alla leccapiedi Shapiro . Per il resto, è il solito business.

Se Spitzer stesse dirigendo la SEC, i migliori investigatori starebbero affollando le agenzie di investimento, a spulciare le carte dei bilanci, rovesciare gli schedari e sparare scariche elettriche ai tronfi banchieri criminali mentre se la danno a gambe con le loro valigette riempite del furto ai danni dei contribuenti.

I cittadini non sono dell’umore di sopportare altre scuse che non stanno in piedi formulate dalla vuota oratoria da Presidente Mr Ispirazione. Cominciate a darvi da fare. Governare è un po’ più complicato che buttare un occhio da un gobbo ad un altro puntando il cielo verso l’arcobaleno con la promessa di Utopia. Servono azione, responsabilità, e giustizia.

Quello che la gente vuole è un poliziotto ad ogni angolo di Lower Manhattan. Vogliono controllori che passino al setaccio emails e frughino nei secchi dell’immondizia per scovare qualsiasi straccio di prova utile a mettere in piedi un processo per frode finanziaria e condotta criminale. Vogliono segugi piazzati in ogni consiglio di amministrazione, in ogni attico, su ogni jet privato; e vogliono far sentire il fiato sul collo ad ogni amministratore delegato, ad ogni direttore finanziario, a ciascun furfante, artista della truffa e venditore porta-a-porta dei derivati.

Non è il momento per le svenevoli Shapiro senza spina dorsale. Le coriacee tattiche di Spitzer lo hanno reso l’uomo più inviso al mondo del grande business. Nel gennaio del 2005, il Presidente della Camera di Commercio degli Stati Uniti descrisseil suo approccio come “la più straordinaria e inaccettabile forma di intimidazione che questo Paese osserva nei tempi recenti”.

Se questo non è un attestato di valore per un capo della SEC, cos’altro è allora?

Nel marzo del 2008, Spitzer si è dimesso da Governatore di New York perché colto in compagnia di una squillo di alto bordo di nome Ashley Dupre. La storia ha guadagnato la prima pagina in tutto il Paese. Spitzer ha ammesso completamente la sua responsabilità e non ha contestato le accuse, sebbene le informazioni su di lui fossero state raccolte attraverso intercettazioni federali.

Il caso Spitzer solleva alcune inquietanti domande sui programmi di sorveglianza di Bush; soprattutto, se essi vengano realmente utilizzati al fine di scoprire potenziali terroristi o se invece per distruggere nemici politici. Spitzer si è fatto un nome stando alle calcagna dei grandi nomi della finanza e ai cleptocrati di Wall Street, proprio quel genere di persone che riempiono la lista dei contribuenti della campagna di Bush. Ecco perché molti credono che il Dipartimento della Giustizia di Bush abbia semplicemente portato a termine una vendetta in nome sei suoi numerosi e potenti nemici.

Qualche giorno prima che scoppiasse lo scandalo, il Washington Post pubblicò un articolo di Spitzer che collegava l’amministrazione Bush allo scandalo dei mutui. Mostrava come Bush aveva bloccato tutti i tentativi di salvare coloro che avevano acceso un mutuo dal furto compiuto dai finanziatori. A Spitzer si unirono molti altri procuratori di stato che si resero presto conto di come quei finanziamenti predatorii fossero destinati a crescere, e del fatto che fosse in atto uno sforzo concertato affinché la truffa andasse avanti, a prescindere dalla possibilità che avevano i debitori di pagare o meno.

(fine parte prima)
CounterPunch
Mike Whitney

lunedì 30 marzo 2009

Dov Zackheim, agente sionista?



Ho effettuato una traduzione non del tutto integrale, e a dire il vero non del tutto corretta, di un articolo di Jerry Mazza, giornalista che mise in luce delle relazioni poco chiare fra esponenti politici, tecnologie, e trilioni scomparsi nel nulla nel periodo comprendente l'attentato alle torri gemelle. Buona lettura!

“In memoria dei trilioni perduti”, nasce dalla notizia che Donald Rumsfeld ci ha dato esattamente il 10 settembre del 2001, riguardante il fatto che il Pentagono non ha saputo tener conto di 2,3 trilioni di dollari. Questi sono spariti nella tana del coniglio e la storia fu seppellita il giorno dopo sotto le macerie dell'attentato del 9/11. “Merde”.

E di fatto Rummy(Rumsfeld) si è lamentato degli 8000 $ pro capite, considerando donne uomini e bambini d'America. Ma Jim Minnery, un ex marine diventato un informatore, rischiò il suo posto di lavoro presso la Difence Finance and Accounting Service quando c
hiese informazioni sui milioni mancanti all'ente controllore del bilancio dell'agenzia della difesa.
Minnery cercò di seguire la pista dei soldi, attraversando in lungo e in largo il paese alla ricerca di indizi, solamente che il suo capo gli disse: “Perchè preoccuparsi di questa roba?”. Così Minneri si rassegnò e le preoccupazioni si affievolirono.

Andando avanti nel tempo fino al 31 gennaio 2005, il pentagono annunciò che il rabbino Dov Zakheim, controllore del pentagono, ha perso di vista un altro trilione di dollari. In realtà Al Jazzera segnalò che una relazione del General Accounting Office trovò che l'inventario dei sistemi di difesa fu fatto in modo così negligente che l'esercito americano aveva perso il conto di 56 aerei, 32 carri armati e 36 missili Javelin. “Come ho potuto dimenticare di riportare tutta questa roba?” Naturalmente, Rabbi Zackheim si dimise, lamentandosi del fatto che su di lui erano state fatte troppe pressioni per il suo operato e che queste abbiano poi creato dei problemi.

Ma questo collide con altre relazioni che affermano che Dov fu l'ideatore del 911. In fatti, un articolo di Stephen St. John ci dice che Dov Zackheim è stato capo esecutivo della divisione internazionale del System Planning Corporation, cioè, e tutto ritorna adesso, fino a che Bush lo nominò sottosegretario alla difesa e comptroller al Pentagono. In realtà si intrufolò in ogni labirinto e ufficio del pentagono esplorandone gli angoli più remoti.

E se la memoria serve, dal 1985 al 1987, prima di essere sottosegretario alla difesa per la pianificazione e le risorse, ha insediato diversi incarichi importanti durante il “manicomio” dell'amministrazione Reagan. Prima ancora lavorò al Congressional Budget Office. In seguito al VP Corporate of System Planning Corporation, una società di ricerca tecnologica, poi divenne capo dell'esecutivo e Presidente della SPC International. Nel 1998, Zackheim, esperto in missili balistici, lavorò alla Commissione Rumsfeld. In più, è amico di lunga data di Bush, fu consulente politico del governatore Bush durante la campagna elettorale del 2000. Si, tutto torna.

In realtà, fu anche co-autore dell'ormai famigerato articolo “Ricostruire le difese americane: Strategia, forze e risorse per un nuovo secolo”, pubblicato dal New American Century (PNAC) nel settembre del 2000, esattamente un'anno prima del 9/11. Il suo contributo ci diede l'infame pagina 51 in cui scrisse che “il processo di trasformazione, anche se porta cambiamenti rivoluzionari, sarà proabilmente lungo, in assenza di avvenimenti catastrofici e catalizzatori, come ad esempio una nuova Pearl Harbor”.

Sono consapevole che questa storia è vecchia, ma è illuminante se si considerano gli eventi posteriori e non deve essere dimenticata. L'azienda per cui lavorava, la SPC, produceva tecnologie per il controllo remoto di bordo di veicoli, e Zackheim fece si che il Pentagono li finanziasse. Inoltre, la SPC mise sul mercato una tecnologia in grado in grado di assumere il controllo del sistema di bordo di un aereo già in volo. Per esempio Il “Flight Termination System” potrebbe letteralmente dirottare i dirottatori e far atterrare l'aereo dovunque si vorrebbe.

Il Flight Termination System può essere usata insieme alla tecnologia CTS che attualmente è in grado di coordinare 8 veicoli allo stesso tempo. Basta andare nel sito del SPC. . . . si trova tutto lì, meglio di film e documentari come United Flight 93 o del sonnolento World Trade Center di Oliver Stone. Tutto torna ora: la tecnologia sviluppata alla fine degli anni 70, dopo il primo dirottamento terroristico, è finita nelle mani sbagliate.

E così ci lasciamo con un retrogusto di fumo acre, persistente per mesi, una grande nuvola grigia in bilico sulle rovine del WTC, il forte cielo azzurro di settembre, il sole nobilitante e intriso di una misteriosa bellezza anche durante una catastrofe. Uno si ricorda, anche quando si vuole dimenticare. Ma noi dobbiamo ricordare, sempre di più, ed imparare la lezione, altrimenti saremo condannati a viverla di nuovo.”